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Uno dei settori in maggior accelerazione nel nostro Paese è senz’altro quello delle energie rinnovabili, e in particolare quello del fotovoltaico. In questa chiacchierata con Alberto Zulati, Direttore Tecnico di Teknomega, approfondiamo i dati che testimoniano questa crescita e il ruolo delle soluzioni di fissaggio nel sostenere lo sviluppo del fotovoltaico domestico nel nostro Paese.
In Italia e in Europa, il fotovoltaico è oggi entrato in una fase di maturità, che giunge dopo diversi anni caratterizzati da una crescita a ritmo molto sostenuto.
I numeri confermano la solidità del settore, ma mostrano un cambio di passo. Nei primi sette mesi del 2025, secondo i dati elaborati da ITALIA SOLARE su base Gaudì – Terna, l’Italia ha superato i 40,4 GW di potenza installata e i 2 milioni di impianti. Il residenziale rallenta (un terzo di installazioni in meno rispetto al 2024), mentre crescono i grandi parchi e gli impianti commerciali. Sul fronte dei prezzi, l’indice pvXchange ha segnato un calo record del 43,5% nel 2024, ma il 2025 ha visto una progressiva risalita che ha portato oggi a un prezzo di circa 0,12 euro per watt di picco (€/Wp) per i moduli fotovoltaici ad alta efficienza, circa 0,13 €/Wp per i moduli fotovoltaici completamente neri e circa 0,10 €/Wp per i pannelli fotovoltaici mainstream. Tutte cifre in calo rispetto ai mesi centrali dell’anno in corso.
Ma a cosa dobbiamo questa crescita e questo abbassamento dei prezzi?
“L’elemento determinante per la crescita del fotovoltaico in Italia, soprattutto nel segmento domestico, è stato senza dubbio il Superbonus 110%,” ci racconta Alberto Zulati, Direttore Tecnico di Teknomega. “Al netto di alcuni intoppi procedurali che sono balzati agli onori della cronaca, ha reso però di fatto accessibili gli investimenti nel fotovoltaico a centinaia di migliaia di famiglie. Questa crescita esponenziale ha portato poi, una volta che il bonus è stato drasticamente ridotto, a una sovrapproduzione e quindi a un’offerta superiore alla domanda, con una conseguente riduzione dei prezzi. Negli ultimi due anni abbiamo assistito a un riequilibrio del mercato: il residenziale è diminuito, mentre si sono rafforzati gli impianti a terra e quelli commerciali o industriali, i cosiddetti C&I.”
Sicurezza e prestazioni: il nodo tecnico dei sistemi di fissaggio
Teknomega osserva e supporta questa crescita attraverso uno dei propri core business: “I sistemi di fissaggio sono elementi fondamentali per la sicurezza degli impianti fotovoltaici”, spiega Zulati. “Sono l’elemento di collegamento tra il pannello e la struttura portante, che si tratti di un edificio o di una struttura a terra. Per un corretto dimensionamento non basta progettare e testare i singoli componenti, ma occorre trattare ogni impianto come un piccolo progetto di ingegneria”.
Un approccio che implica la capacità di applicare le proprie competenze su un novero molto ampio di fattispecie diverse: “Ogni progetto prevede la verifica che i carichi di vento e neve che insistono su quello specifico impianto siano compatibili con il sistema prescelto e, sempre più spesso, anche con il pannello individuato. A tal proposito, Zulati cita le Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018, “un documento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che contiene le istruzioni per definire i carichi di neve e vento”. È in corso un aggiornamento, ma “occorrerà ancora un po’ tempo prima di vederlo pubblicato: per il momento il nostro compito è quindi applicare le norme”, continua Zulati.
I carichi variano in funzione di tantissimi parametri: posizione geografica, altezza dell’edificio, dimensione dei pannelli. Devono quindi essere definiti caso per caso. “Anche le dimensioni dei moduli sono cresciute molto”, aggiunge Zulati, “e questo rende ancora più importante controllare le prescrizioni di montaggio dei fornitori. Alcuni indicano anche materiale e dimensioni dei morsetti, ma tutti danno valori di carico massimo in funzione del punto di applicazione. Questo può portare anche a suggerire modifiche rispetto alla configurazione ipotizzata: per esempio, se il cliente ha previsto di fissare il pannello sul lato corto ma i carichi ammissibili non sono compatibili, occorre cambiare schema di montaggio”.
C’è poi un riferimento tecnico essenziale: il documento CEI 82-74, che Teknomega usa come standard per la verifica di equilibrio del sistema: “Serve a garantire che il pannello non si sposti”, spiega Zulati. “Teoricamente può sollevarsi, scorrere sulla superficie o ribaltarsi. Un sistema di fissaggio non correttamente dimensionato può portare a pannelli che non sono più vincolati alla struttura: non solo si compromette la resa dell’impianto, ma si creano rischi reali per cose e persone.”.
Con l’obiettivo di offrire un ulteriore livello di assicurazione ai clienti, “Teknomega è in grado di rilasciare anche certificazioni di parte terza che fungono da ulteriore garanzia e tutela per il committente”.
Dalla teoria alla pratica: tetti, materiali e progettazione su misura
Ogni tetto racconta una storia diversa, ma l’approccio progettuale resta lo stesso: “Si calcolano i carichi e si verifica la compatibilità con il sistema di fissaggio proposto. Quello che cambia sono i componenti che utilizziamo, la cui scelta dipende dalle caratteristiche fisiche dei tetti e dalle circostanze ambientali”.
Ci racconta Zulati: “Nel caso dei tetti a falda, tipici del residenziale, si utilizzano staffe dedicate che consentono di scavalcare le tegole senza danneggiarle e fissarsi alla struttura sottostante senza danneggiarla. Nei tetti piani, invece, si prediligono soluzioni zavorrate perché, per motivi di impermeabilizzazione, si evita di forare la struttura. Il modo per tenere ancorato il pannello è appoggiare alla struttura delle zavorre, interponendo guaine protettive che preservano la superficie dell’edificio”.
Nelle coperture industriali Teknomega si confronta con una casistica ancora più ampia. Pensiamo, ad esempio, ai tetti in lamiera: “In questi casi”, continua Zulati, “per ancorare il sistema al tetto utilizziamo viti autoperforanti o rivetti. Questi elementi non sono intercambiabili: hanno resistenze diverse ai carichi e la scelta dell’uno o dell’altro spetta al progettista, dopo un’accurata verifica”.
Il supporto di Teknomega, tuttavia, va oltre la fornitura. “Affianchiamo i progettisti nella scelta del sistema di fissaggio più opportuno, non solo a livello macro — tetto piano o a falda — ma anche nei dettagli. Ad esempio, valutiamo le limitazioni di carico massimo sulla soletta o consigliamo di evitare zone ombreggiate o turbolente, come i bordi dell’edificio. E, ovviamente, consideriamo anche le prescrizioni dei Vigili del Fuoco per le distanze o la presenza di lucernari. Sono aspetti che fanno la differenza”.
Zulati poi aggiunge: “In molti casi possiamo intervenire anche su impianti esistenti, verificando l’efficacia del sistema e, per revamping, sostituendo, quando serve, singoli componenti come morsetti o profili di fissaggio.”.
Norme stabili, tempi più rapidi: l’ingegneria come leva competitiva
Se le regole cambiano lentamente, il mercato corre veloce. “Dal punto di vista normativo”, spiega Zulati. “la situazione è rimasta sostanzialmente stabile dal 2018. Ciò significa che oggi le evoluzioni non sono state guidate dalle norme, ma dalle esigenze del mercato. Per questo Teknomega ha deciso di internalizzare e potenziare le competenze necessarie per offrire un servizio completo ai nostri clienti. Il nostro obiettivo è essere un partner tecnico a 360°, capace di rispondere rapidamente e in modo affidabile e accurato a ogni esigenza progettuale”.
Guardando al futuro, Zulati individua tre direttrici chiare: nuovi materiali, installazioni più rapide e un crescente orientamento ai servizi.
“Oggi la pressione sui costi spinge il settore a cercare soluzioni più efficienti. L’attenzione si è spostata dai pannelli ai sistemi di fissaggio e questo potrebbe spingere all’utilizzo di nuovi materiali per alcuni componenti. Già oggi le soluzioni con un alto contenuto di profili in alluminio risultano un po’ penalizzate, proprio per i costi, e stiamo studiando soluzioni di efficientamento per permetterci di garantire sempre maggiore competitività”.
Riguardo alla velocità di installazione, Zulati è sicuro: “Si andrà verso sistemi sempre più semplici e veloci da montare. E l’attenzione, secondo me, si sposterà dal componente al servizio: si cercherà un partner di fiducia a cui affidare tutta la parte di definizione del sistema. È la soluzione migliore per permettere al cliente di ‘dormire sonni tranquilli’, come diciamo in Teknomega”.
Un ultimo punto, rimasto finora sullo sfondo, si lega a un aspetto cruciale per chi lavora in città come quelle italiane, spesso sottoposte a vincoli stringenti per quanto riguarda il rispetto paesaggistico e l’integrazione architettonica di queste nuove soluzioni. Da questo punto di vista, l’ingegnere resta prudente: “Oggi si osservano soluzioni interessanti e tecnicamente avanzate integrate nell’edificio, ma ritengo che almeno per i prossimi cinque anni resteranno applicazioni di nicchia. Sostituire il pannello e poco altro del sistema di fissaggio resta un vantaggio nel tempo rispetto a una soluzione integrata che, per definizione, non è smontabile.”.
Zulati chiude con una riflessione che è quasi un manifesto tecnico: “L’evoluzione dei servizi di supporto tecnico e progettuale rappresenta la nuova frontiera del fissaggio fotovoltaico. Come direttore tecnico considero una missione diffondere la cultura dell’ingegneria applicata e delle scelte progettuali, valorizzando la qualità delle soluzioni e la competenza dei professionisti. È un impegno quotidiano, in un ambito dove l’innovazione non si ferma mai.”
